Respirare l’aria del cantiere permette al progettista di scrivere una storia, di esplorare, come un visitatore fa in una città nuova e misteriosa. Materiali che si combinano tra loro, colori e luce che filtra attraverso le vetrate e la polvere.
Le luci posticce e casuali dei proiettori di cantiere mostrano aspetti e particolari sconosciuti, creano la scena, trasmettono sensazioni. È fondamentale, per chi progetta la luce, rivolgere la propria attenzione all’uomo, alla percezione e all’architettura. Capire e sentire l’ambiente che circonderà la persona, e immaginarsi come si sentirà in quel luogo, come la luce influirà sul suo stato subliminale.
Mettere le persone a proprio agio significa, come diceva Fellini, colorare con piccoli e grandi pennelli il mondo della fantasia e quello della realtà, una luce discrezionale e tecnica per lo spazio di lavoro, una luce calda e accogliente, variabile, per l’ambiente, fatta anche di ombre, di accenti e di colore.
Il cantiere è una grande macchina dove i materiali, protagonisti, sprigionano energia che il progettista deve recepire e trasformare in idee.
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